Migranti – Il Natale per me…

Domande sul Natale

 

Ormai mancano poco alla festa del Natale, momento che caratterizza il così detto mondo occidentale. Come vorresti che fosse vissuto?

*  Vorrei che il Natale fosse vissuto in modo tale che tutti noi condividiamo con gli altri l’amore che Dio ci ha donato. I sorrisi, gli abbracci, soprattutto le parole buone e i comportamenti positivi fanno bene all’anima. (Don Bernard, Ghana)

*  La festa del Natale, come la vivete qua, fa parte dell’insieme che uno trova. Sono giorni nei quali si possono dimenticare le fatiche di un anno: gli incontri con i parenti, lo scambio dei regali, lo stare insieme. Io farei tante caricature dell’uno e dell’altro perché i giorni di festa permettono di scherzare sui comportamenti dei parenti, degli amici, dei colleghi. (Emmanuel, Tanzania)

*  Tutto dipende dal contesto in cui mi trovo. Se sono con amici del mio paese o amici africani o anche amici italiani. Su questa domanda dobbiamo tener conto dell’ambiente in cui ci troviamo. Ma questo non esclude di celebrare il Natale all’italiana. Ma la cosa più importante se vogliamo celebrare il Natale è pensare a chi non ha niente, ai migranti, ai poveri, agli esclusi. È vero che qualcosa si sta facendo, ma occorre fare di più per una società più giusta ed equilibrata. (Don Brice N, Congo Brazzaville)

*  Natale è vissuto come un evento per il quale il mondo occidentale “spende i tanti soldi”. Natale è diventata una festa che invita allo spreco.  Sarebbe tutto il contrario, l’occasione di accogliere l’Emmanuele che nasce nella stalla, senza fascino, … L’Emmanuele non è forse il volto dell’immigrato? (Celestin B., rifugiato politico)

*  Il Natale mi ricorda sempre il momento particolare di stare insieme ad altri, momento di convivenza, momento di famiglia. Penso che noi siamo tutti chiamati a vivere di più con la consapevolezza di essere sulla stessa barca. Cioè dobbiamo camminare con un’apertura dialogale che ci porterà sempre più ad avere il gusto del “Dio con noi”, è Lui che ci motiva nella capacità di accogliere lo straniero. Il Natale dovrebbe ricordarci di creare una grande convivenza per tutti, una convivenza insieme a tutti coloro che fanno parte della famiglia umana. (P. Chrétien S.M. del Camerun)

Ricordando l’essenziale di questa festa: Il Dio lontano si fa vicino, il Totalmente Altro si fa simile a noi per salvarci. E forse ricordando questo ci facciamo anche noi prossimi agli altri, vicini a loro con più empatia, comprensione e meno indifferenza. (Georges B., Libano)