In cammino, 83 anni e non sentirli

Dopo aver lavorato 55 anni in Prelatura di Aiquile con molte attività: la catechesi, la preparazione dei catechisti, la Pastorale Giovanile e il convitto degli studenti, è arrivato il momento di cambiar posto e attività. Da ottobre del 2021, fedele alla promessa d’obbedienza, ho accettato il trasferimento al Convento S. Francesco in centro città di Cochabamba. Ora mi ritrovo in una comunità di 4 professi solenni e 10 professi semplici, che sono studenti di filosofi e teologia. Una bella fraternità che aiuta a vivere appieno la vocazione francescana.

L’attività a me assegnata è la responsabilità del Centro Sociale Francescano. Sociale perché nello stesso edificio si svolgono varie attività a favore della gente povera, emarginata che arriva da tutta la città: anziani, disoccupati, donne abbandonate spesso con bambini. Nelle parole di papa Francesco “los descartados” (gli scarti).

Principalmente mi occupo della preparazione e distribuzione del cibo che offriamo tre giorni a settimana e della distruzione di vestiario. Gli stessi cittadini ci aiutano regalando sia vestiti che parte degli alimenti necessari; quello che manca lo andiamo a comprare nel grande mercato, soprattutto carne, patate e cipolle.

Ci sono una ventina di volontari che, ci aiutano in tutte le faccende; alcuni sono parte dell’ordine francescano secolare, altri appartengono ad altri gruppi ed infine ci sono anche persone fuori dal dai gruppi che partecipano per il solo piacere di aiutare.

I commensali sono tra i 130 e i 150 ad ogni distribuzione; generalmente serviamo un piatto abbondante con pane, frutta e un bicchiere di mate o infusi vari. Sono otto mesi che non piove e anche dalle campagne lontane arriva tutti i giorni gente che si mette sulla strada e nelle piazze, chiedendo l’elemosina. Oltre alla siccità abbiamo continui scioperi generali, blocchi stradali e una crisi economica che continua a far crescere la povertà. Con un frate più giovane o un volontario, una volta in settimana distribuiamo del cibo a queste persone, poiché alcuni di loro sono anche ciechi o storpi e non riescono a venire al Centro Francescano.

Tutti ringraziano, riconoscenti per questo piccolo aiuto e settimana dopo settimana ci riconoscono e ci aspettano. È un’attività pastorale, se vogliamo chiamarla anche sociale, che mi piace svolgere e lo faccio da più di un anno. Stare in contatto con i poveri mi permette di realizzare la mia vocazione francescana.

Un giorno al mese celebriamo “la giornata del povero”, desiderio di papa Francesco. In questa giornata, oltre al cibo, diamo a tutti la possibilità di lavarsi, tagliarsi i capelli, viene fatto a tutti un controllo medico e l’eventuale distribuzione dei farmaci. È bello vedere la grande collaborazione di tutti in queste giornate (i volontari sono circa 250).

Come sta scritto nella Bibbia “chi aiuta l’apostolo, riceve la grazia dell’apostolo”. Spero sarà così anche per me e per i molti collaboratori che lavorano con noi.

                                                                                                                                 Un abbraccio a tutti                                                                                                                                      Fra Marco Larentis