Storia delle missioni

Dalla Cina al Giappone 

Morte di una missione e nascita di un’altra. 

La lettera che qui presentiamo fu scritta da fr. Damiano Bressan il 15 ottobre del 1949, da Macao, in Cina dove era giunto dopo un rocambolesco viaggio iniziato da Pechino, dove si trovava, quale novello missionario, al fine di imparare il cinese. 

A cura di fr. Pacifico Sella

L’importanza che questa lettera riveste manifesta le condizioni storiche che condurranno alla fondazione della missione francescana veneta in Hokkaido (Giappone).                                                                                                                                                         Nel caso specifico, fr. Damiano Bressan, reduce dalla Missione veneta cinese, sarà raccolto a Macao ed inviato in Giappone, si potrebbe dire quasi “seduta stante”, appena riavutosi cioè dai postumi per l’espulsione subita. Ebbene, la lettera che qui si pubblica riflette questo contesto storico, drammatico certamente, ma colmo di entusiasmanti novità: se da una parte una missione incredibilmente famosa, come quella cinese, veniva chiusa, dall’altra si guardava al futuro, con quella curiosità frutto di chi confida nella Provvidenza e che, pertanto, è sempre disposto a ricominciare da capo. 

 

                                                                                                                                     Macao 15-10-1949 

Molto Rev. Padre Provinciale,

con telegramma il M.R.P. Delegato Generale per tutto l’Estremo Oriente mi chiamava da Pechino a Macao presso Hong Kong. Non ho scritto subito anche perché non sapevo l’intenzione del Delegato, ma ora che ho già l’obbedienza per il Giappone mi sono deciso. Io sto bene, e credo che il P. De Vescovi abbia già detto del mio arrivo. Mi dispiace proprio lasciare la Cina da tanti anni sognata e finalmente stava per divenire realtà della mia vita attraverso la lingua ed invece … Vennero i “liberatori” a liberarci da tutto ciò ch’è buono, umano, divino e noi messaggeri di Cristo dobbiamo partire per altri lidi o ritornare in patria.                                                                                                                           Ora non è più il tempo felice dei martiri che chiudono i loro occhi immersi nel proprio sangue. Questi figli delle tenebre lo sanno che noi non facciamo alcun conto della vita presente e perciò ci disprezzano, ma nel disprezzo stesso non vogliono darci la certezza della vita eterna. Non ci si può neppur nascondere perché controllati in ogni momento di giorno e di notte; non ci si può muovere senza il loro permesso, che raramente viene concesso, mentre è facile ottenere il permesso per il rimpatrio. Il giorno 11 ottobre i nazionalisti hanno desistito del tutto dal combattere e oggi 15 ottobre 1949 i palù [!] sono entrati a Canton e si sono portati sino ai confini di Hong Kong e Macao. In poche parole, è la seconda volta che senza lottare mi trovo circondato dai comunisti. Spero che in Giappone mi lasceranno tranquillo, dietro ai comunisti v’è il Cremlino che ordina e dirige ogni cosa in Cina; si combatterà per Hong Kong! 

La Missione [in Giappone] alla quale il P. Delegato mi affida, e con me due giovani sacerdoti belgi, è poverissima e mi dice ch’è da ringraziar Dio se troveremo da mangiare a sufficienza. 

Ed ora ecco una nuova lingua da studiare con impegno e amore, è affine al cinese per i caratteri dei quali ne conosco oltre 2.000, ma è diversa nella pronuncia. Non mi spavento perché Iddio m’aiuta e vedo che ho facilità sia di apprendere che ritenere, ora in cinese posso trattare qualsiasi argomento e farmi capire e capire. 

Raccomandandomi alle di Lei preghiere e a quelle dei confratelli tutti, saluto e ringrazio. 

                                                                                                                                              fr. Damiano