71° Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra

Il prossimo 28 gennaio si celebra la Giornata mondiale dei Malati di lebbra, iniziativa risalente all’impegno di Raoul Follereau, che rimane un esempio luminoso di dedizione e di stimolo alle coscienze di tutto il mondo, al fine di sconfiggere il male della lebbra. A distanza di 71 anni, la battaglia contro il morbo di Hansen non è ancora vinta: il numero annuale delle persone diagnosticate è aumentato del 23,8% nel corso del 2022 rispetto al 2021. Aumenta anche la diagnosi nei bambini. I sintomi della lebbra non sono subito riconoscibili; senon curata in tempo, conduce a disabilità anche molto gravi. Ancora, oggi, nel 2024, esistono 20 malattie tropicali dimenticate, per 1 miliardo di persone colpite, di cui il 50% sono bambini sotto i 14 anni. 

Accogliamo le parole di Papa Francesco, in occasione della XXXII Giornata Mondiale del Malato ( 11 febbraio): 

Ci fa bene riascoltare quella parola biblica: “non è bene che l’uomo sia solo!” Dio la pronuncia agli inizi della creazione e così ci svela il senso profondo del suo progetto per l’umanità ma, al tempo stesso, la ferita mortale del peccato, che si introduce generando sospetti, fratture, divisioni e, perciò isolamento. Esso colpisce la persona in tutte le sue relazioni: con Dio, con sé stessa, con l’altro, col creato. Tale isolamento ci fa perdere il significato dell’esistenza, ci toglie la gioia dell’amore e ci fa sperimentare un oppressivo senso di solitudine in tuti i passaggi cruciali della vita. 

Come Frati seguaci dell’esempio di San Francesco d’Assisi, abbiamo il fermo obbiettivo di non  lasciare nessuno da solo, specialmente chi è più abbandonato e tra questi certamente, ieri come oggi, ci sono gli uomini e le donne colpite della lebbra. Su questo versante l’impegno della Chiesa in varie parti del mondo è notevole, essa gestisce 610 lebbrosari. Queste le nazioni dove gli istituti sono maggiormente presenti: India 243 strutture, Indonesia con 63, Repubblica Democratica del Congo con 30, Madagascar con 25, Brasile 19. 

Occorre tuttavia sottolineare che, anche nei Paesi che godono della pace e di maggiori risorse, il tempo dell’anzianità e della malattia è spesso vissuto nella solitudine e, talvolta, addirittura nell’abbandono. Questa triste realtà è soprattutto conseguenza della cultura dell’individualismo, che esalta il rendimento a tutti i costi e coltiva il mito dell’efficienza, diventando indifferente e perfino spietata quando le persone non hanno più le forze necessarie per stare al passo. Diventa allora cultura dello scarto, in cui “le persone non sono più sentite come un valore primario da rispettare e tutelare, specie se povere o disabili, se “non servono ancora” – come i nascituri -, o “non servono più” – come gli anziani” (Enc. Fratelli tutti, 18). Questa logica pervade purtroppo anche scelte politiche, che non riescono a mettere al centro la dignità della persona umana e dei suoi bisogni, e non sempre favoriscono strategie e risorse necessarie per garantire ad ogni essere umano il diritto fondamentale alla salute e l’accesso alle cure. (Papa Francesco)

Negli ultimi settant’anni, molti frati della nostra Provincia francescana sono partiti in direzione della Cina e della Corea del Burundi e della Guinea Bissau per farsi incontro alle migliaia di lebbrosi che vivevano in condizioni disumane ai margini della loro società. 

Vogliamo dire grazie a tutti quanti ci hanno sostenuto, anche per altre oper che negli scorsi decenni la nostra Provincia ha compiuto in varie parti del mondo. Ricordiamo la costruzione e e conduzione del grande lebbrosario di Sanchong in Corea del Sud, una struttura che ha accolto un grande numero di lebbrosi; il Villaggio di San Francesco in Burundi, che ha ospitato e curato centinaia di lebbrosi grazie all’amorevole servizio dei frati e delle Suore francescane del Monte di Genova; e ancora l’aiuto donato ai nostri missionari in Papua Nuova Guinea, della Cina e del lebbrosario di Cumura, in Guinea Bissau. 

Gli esempi di Gesù e di san Francesco, “buoni samaritani” del loro tempo, indicano a noi Francescani di oggi come vivere una relazione particolare con chi soffre. Ricordiamo in quest’anno 2024 l’VIII centenario dell’evento straordinario delle Stimmate di San Francesco, ricevute sul Monte della Verna. Quelle piaghe d’amore impresse nel corpo del Santo tanto somigliano alle piaghe che deturpano il corpo di molti nostri fratelli e sorelle, ancora oggi. Nostro impegno deve essere quello di aggiungere lo stesso amore di San Francesco nell’accoglienza dei malati di lebbra, in modo da guarire e trasformare quelle piaghe in testimonianza di fraternità concreta.

     

                                                                                                                                  fr. Pietro Pagliarini

                                                                                        Animatore Provinciale Missioni ad gentes