Recentemente, durante la pandemia del Covid, ho trovato il tempo di trascrivere al computer i registri di Battesimo delle nostre parrocchie, in particolare della chiesa di Kushiro in Giappone. Come si sa, nei vecchi registri battesimali si scriveva in latino e, naturalmente, a mano. Così, per facilitare la ricerca e la lettura dei registri di battesimo, ho trascritto nel PC, in caratteri giapponesi, tutto il loro contenuto. Non sto qui a raccontare le difficoltà che ho incontrato, vorrei piuttosto parlare brevemente delle sorprese che questo lavoro mi ha riservato.
Come si sa, i Registri di Battesimo, conservati con cura negli archivi delle chiese parrocchiali, diventano spesso una fonte preziosissima nella ricerca storico anagrafica e genealogica. Infatti, per molti secoli i libri parrocchiali hanno registrato i nomi dei battezzandi, dei loro genitori e padrini, le date e luoghi di nascita, i nomi dei parroci, le cresime e i matrimoni, infine anche la data e il luogo di morte. Così pure in Giappone, anche se i cristiani sono una piccola minoranza, i registri e Registro dei Battesimi Missione di Kushiro i documenti parrocchiali possono raccontare tante cose.
Apriamo dunque il “Liber Baptizatorum” della chiesa di Kushiro e andiamo, con un po’ di curiosità e immaginazione, ai primi anni della storia della parrocchia. Vediamo subito che i primi due battesimi risalgono al settembre 1927. È lo stesso Prefetto Apostolico a celebrare i primi battesimi, Mons. Wenceslaus Kinold, francescano tedesco, poi ordinato vescovo, quando l’Hokkaido non era ancora una diocesi. Ancora, dalle prime pagine del registro si viene a sapere che molti battesimi venivano fatti in case private, a causa della distanza dalla città di Kushiro. Molti altri battesimi avvenivano in qualche “domus missionis”, cioè la stanza adibita a cappella e che ospitava anche il missionario in località molto lontane dal centro, messa a disposizione dai vecchi cristiani nelle loro case o fattorie.
Si intuisce facilmente come il missionario dovesse muoversi per lunghe distanze per poter incontrare i fedeli e celebrare i sacramenti. Si capisce anche perché diversi battesimi venivano celebrati nella stessa data. Dai nomi dei battezzati, si viene a sapere che diversi di loro erano minatori o figli di minatori portati dalla Corea. Poi ci sono battesimi celebrati “in nosocomio” (ospedale) e spesso “in articulo mortis”. La elevata mortalità infantile di quel tempo è testimoniata dai diversi battesimi di neonati in pericolo di morte. Voltiamo numerose pagine del registro. Ecco, si leggono i nomi dei primi missionari italiani, nell’anno 1951. Negli anni successivi si leggono i nomi di numerosi missionari veneti, entrati in Giappone dopo l’espulsione dalla Cina. La missione di Kushiro, infatti, era stata ufficialmente affidata alla Provincia francescana veneta. Era il 15 agosto1953, solennità dell’Assunta. Con uno sguardo alla frequenza dei battesimi per ogni anno non si può non restare meravigliati per l’elevato numero di battesimi di giovani. Perché i giovani erano attratti, così numerosi, alla Chiesa cristiana? Perché oggi non è più così? Sono domande che ci fanno pensare e chiedono una nostra preghiera. Ho parlato brevemente di un vecchio libro dei battesimi di un piccolo gregge di credenti. Eppure, mostra tanti nomi e nasconde tante storie di fede. Un libro che lascia spazio a tantissime scoperte e testimonianze, e anche a curiosità.
Non è possibile qui elencarle tutte. Ma la testimonianza più grande è la stessa fedeltà del Buon Pastore verso il suo gregge, accompagnata dalla sua incessante supplica: “Pregate il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe”.
fr. Alfonso Pupo