In ricordo…

Fr. Ernesto Bicego, nato il 5 agosto 1945 e tornato alla casa del Padre il 2 dicembre 2022.

Una vita trascorsa a studiare la Regola di san Francesco per vivere pienamente lo spirito francescano in pensieri, parole ed opere. Fr. Ernesto ha speso tutta la sua vita per il sostentamento e lo sviluppo di un popolo indigente come quello della Guinea Bissau.      Si sacrificava nel lavoro in prima persona e sensibilizzava alla solidarietà, motivando e impegnando schiere di volontari e generosi benefattori in un susseguirsi di progetti missionari, come la costruzione di pozzi per attingere acqua potabile, risaie lungo i bracci di mare, scuole per l’educazione cristiana e culturale, ospedali per la cura e l’assistenza degli ammalati, centri parrocchiali per raccogliere nell’ovile del Buon Pastore un popolo schiavo di superstizioni, bisognoso di Verità e di Libertà, vedendo sempre negli ultimi il volto di Gesù Cristo. Prima di tutto i suoi amatissimi figli guineani, ma anche il benefattore, il volontario, il parente, l’amico, ai quali ha lascito segni indelebili per la conversione del cuore.

Una vocazione iniziata a Chiampo nel 1952, coronata dalla professione solenne nel 1965. Fu poi nel lontano 1967 che lasciò tutto e partì con il suo compagno di formazione, fr. Silvano De Cao, verso la Guinea Bissau, mettendosi al servizio dei più piccoli e dei più poveri, condividendo la missione e l’annuncio del Vangelo in fraternità, avendo cura degli ammalati, in particolare dei lebbrosi, ma anche delle nuove vocazioni locali, sostenendo così anche lo sviluppo dell’Ordine in quella terra così povera di risorse, ma ricca di fede, di umanità e di speranza per un futuro migliore.

Il 26 giugno del 1982 fu ordinato sacerdote nella missione di Cumura, da Mons. Settimio Arturo Ferrazzetta, frate minore, missionario della prima ora e primo Vescovo della Guinea Bissau.

Lo scorso maggio fr. Ernesto era rientrato in Italia per controlli medici e, a causa delle condizioni precarie di salute conseguenti alle fatiche di tanti anni, ha alloggiato nella Casa Sacro Cuore a Saccolongo (PD).

La sua salute peggiorava progressivamente, tanto da non poter più vedere esaudito il desiderio di ritornare nella sua terra, tra il suo amato popolo.

Mi chiedevo che senso avesse questo tempo per lui, sempre così dinamico, operoso nella sua vita missionaria. Ora comprendo: aveva dato tutto! Non era più il tempo di operare, di predicare, ma quello di lasciarsi crocifiggere con Cristo, senza mai lamentarsi. Le sue parole erano: “sto bene, grazie, grazie”. Sopportava con infinita pazienza e ringraziava. Era sofferenza accolta e offerta al Suo Signore. Il chicco di grano che cade in terra e muore produce molto frutto.

Mio amatissimo zio! Il Signore ti accolga in Paradiso, con Maria Santissima, il Serafico Padre San Francesco e tutti i Santi, e tu dal Cielo continua ad accompagnare e a custodire tutti noi e i tuoi cari confratelli della Custodia di Guinea Bissau.

 

                                                                                                                                      La nipote Roberta